Caro Ginato,
leggo in data odierna la tua risposta alle e mail degli
iscritti sugli interrogativi aperti dopo le recenti elezioni amministrative.
Mi sembra che la tua risposta si sia fermata ai prerequisiti
indispensabili alla vita politica senza minimamente affrontare le questioni di
fondo per cui si aderisce ad un partito oppure lo si vota, cioè la linea
politica, l'insieme di valori cui si ispira, i ceti sociali ( una volta si
chiamavano "classi )che ispirano la sua visione generale, che, come tutti
sanno, non piove dall'alto per ispirazione divina ma è il frutto
dell'esperienza quotidiana degli uomini e un portato della storia.
Questo non
vuol dire che i pre requisiti che hai esposto non siano importanti: la
degenerazione della rappresentanza politica, partiti e parlamento, è tale e
continua ad essere tale, da pretendere giustamente una palingenesi totale, un
azzeramento e una ripartenza, che consenta di uscire dal vortice mafioso in cui
tutti i partiti sono avvitati.
Le camere
sono piene di inquisiti e condannati che continuano a esercitare le funzioni
istituzionali e i loro affari, forti delle immunità conferite loro da un
parlamento corrotto che le vota a voto segreto. La recente kermesse messa in
scena sul decreto anticorruzione testimonia della totale insensibilità del
parlamento per i sentimenti degli italiani. Si mercanteggiano commi e codicilli
per ottenere riduzione di tempi di prescrizione e nuove garanzie per i
criminali incalliti che siedono in parlamento. I peggiori ceffi della politica, anche
al'interno del PD ( il caso Penati è il più eclatante ma ovviamente non il
solo) continuano a ricevere salvacondotti e protezioni più o meno palesi,
magari nascoste dentro i codicilli del nuovo decreto anticorruzione.
Ma questo Penati, plenipotenziario inviato da
Bersani, che conoscemmo molto bene quando venne da noi a imporre un segretario
regionale , senza tenere conto di quello che pensavano gli iscritti, non era
forse conosciuto allora dalla segreteria nazionale? E che cosa ci dobbiamo
aspettare dal vertice di un partito che conosce così male gli uomini cui affida
incarichi tanto importanti e delicati? Nessuno sente il bisogno di fare
ammenda? Ma veramente pensate che gli iscritti siano tanto idioti da pensare
che gli idioti siate voi? In politica l'idiozia non esiste, o comunque non è
ammessa. Esiste la complicità . Pensateci prima di fare le prediche e
considerazioni scontate che non possono che irritare i cittadini che assistono
sgomenti all'inverecondo spettacolo.
Forse qualcuno non ricorda che il grande Willy
Brandt diede le dimissioni da capo del governo tedesco quando si appurò che uno
dei consiglieri del suo staff era in realtà una spia della Germania Est.
Certamente Brandt non poteva saperlo ma le dimissioni furono immediate poiché
l'ignoranza in un primo ministro, nei paesi seri, non è tollerata.
Ciò detto sulle
giuste richieste , diciamo banali, visto che mi sembrano ovvie, sebbene tardive,
credo che gli iscritti e gli elettori , che stanno vivendo nel tornado della
crisi, vorrebbero sapere qual cosina in più in merito al futuro che li aspetta
e alle iniziative che il partito si appresta a prendere per invertire la rotta di un disastro epocale.
In primo luogo, vorrebbero sapere se sono
iscritti ad un partito che fa riferimento, dal punto di vista della visione
della vita (una volta si chiamava weltanschauung o più semplicemente ideologia)
e da quello degli interessi economici, ai ceti deboli, ai lavoratori,( in
particolare ai lavoratori dipendenti), ai disoccupati, agli studenti, elle
donne, ecc. oppure se si tratta di un partito interclassista dove vige la
regola del "ma anche"
instaurata dall'estroso Veltroni che dopo avere affermato di non essere mai
stato comunista ( ma allora perché era iscritto al PCI?) ci ha regalato un
Calearo di cui non solo ci vergogniamo noi , ma anche l'ambiente da cui
proviene.
I cittadini
e gli iscritti hanno il diritto di sapere se il nostro è un partito di sinistra
che si ascrive all'interno della sinistra europea e internazionale oppure no. Mi sembra un atto di decenza dire
con chiarezza,nei confronti di coloro cui si chiede l'iscrizione o il voto, chi siamo ( a patto che
lo si sappia) .
Se invece il partito vaga in preda ad una totale anomia, senza sapere niente di se stesso, delle classi di riferimento , delle politiche di riferimento nazionali e internazionali, del filone culturale in cui la storia lo avrebbe collocato, allora è bene che lo dica chiaramente, in modo che la gente possa evitare di votarlo o possa evitare di iscriversi, facendo opera di chiarezza democratica nel paese.
Se invece il partito vaga in preda ad una totale anomia, senza sapere niente di se stesso, delle classi di riferimento , delle politiche di riferimento nazionali e internazionali, del filone culturale in cui la storia lo avrebbe collocato, allora è bene che lo dica chiaramente, in modo che la gente possa evitare di votarlo o possa evitare di iscriversi, facendo opera di chiarezza democratica nel paese.
Qualche autorevole esponente del PD ha esaltato la lungimirante politica di Marchionne e qualcuno ha avuto
serie difficoltà ad andare al corteo della FIOMM.
Questo lo sappiamo dai giornali, visto che
nessuno ci ha spiegato se, per il partito, Marchionne vada bene o male o se la FIOMM e la CGIL
vadano bene o male.
E' solo un esempio del caos sul quale
galleggia la segreteria Bersani senza sapere se tenere nella cornice ancora la
famosa foto di Vasto o gettarla via.
In sostanza anche lui non sembra sapere se il riferimento
del nostro variegato partito siano la lotta alla globalizzazione e cioè Naomi
Chomsky, la decrescita di Latouche, la democrazia dell'idrogeno di Jeremy
Rifkin, il finanzcapitalismo di Luciano Gallino, le tesi di Paul Krugman oppure i nefasti Chicago boys che ci hanno
regalato, paro paro, l'attuale sconvolgimento mondiale.
Il Pd deve
dirci non tanto che si vuole restare in Europa, bensì in quale Europa si vuole
restare. Stiamo assistendo a fenomeni che un tempo avremmo potuto concepire
solo all'interno di un romanzo di fantascienza : la fortunata serie dei romanzi
di Urania, per chi se la ricorda.
Intere nazioni come la Grecia e la Spagna cedono la loro
sovranità, non tanto all'Europa, si badi bene, ma al consiglio di
amministrazione di una banca. Stiamo scivolando, giorno dopo giorno, dentro un
autoritarismo finanziario per cui potrebbe capitare che anche da noi a decidere
le politiche sociali e tutto il resto non sia più il governo italiano e il
parlamento ma l'amministratore delegato di una banca ( o forse siamo già a quel
punto e non ce ne siamo ancora accorti).
Stiamo qui devoti
fedeli di da agenzie di rating di cui aspettiamo con ansia i responsi, tanto
brave da non avere previsto i guai che esse stesse e i loro accoliti stavano
creando al pianeta con le emissioni di titoli tossici come i cosiddetti
derivati che hanno inquinato l'economia mondiale.
Siamo
arrivati al punto che non viene più incentivato il risparmio e che viene
lesinato il credito ai produttori. Nessun cittadino può pensare al proprio
futuro con serenità, sapendo in che mani siano i suoi risparmi per la malattia
e la vecchiaia,se ne ha ancora.
Nessun industriale
avrà cuore di affrontare nuove imprese pensando al rischio cui lo sottopone il
capitale finanziario.
C'è un
reverenziale timore di gridare che il re è nudo e che non sono le leggi dello
stato a dovere essere condizionate dalla follia e dalla rapacità dei mercati ma
viceversa, è la follia anarcoide e la rapacità dei mercati che va arginata con
leggi severe.
Pertanto bisogna sciogliere il nodo, definire senza ambiguità quale Europa vogliamo, come ci poniamo nei confronti
della ideologia liberista che ha precipitato il pianeta nel baratro.
Dobbiamo sapere se l'alternativa che porrà fra qualche mese il PD sarà quella di rifiutare un piano di "risanamento" che, come ipotizza immoralmente la ministra Fornero, marcia sulle carcasse di centinaia di migliaia di cosiddetti esodati, che penalizza l'occupazione,che deprime l'economia del paese e ci asservisce alle banche e alla speculazione dei mercati internazionali.
E' bene che chi di dovere si svegli e risponda a chi ci ha gettato nel baratro e del baratro ha fatto l'alibi del suo governo, che a suo tempo Franklin Delano Roosevelt fronteggiò efficacemente una crisi molto simile a questa con misure diametralmente opposte a quelle chevengono attuate e imposte ai cittadini da chi governa l'Italia e la Germania.
Dobbiamo sapere se l'alternativa che porrà fra qualche mese il PD sarà quella di rifiutare un piano di "risanamento" che, come ipotizza immoralmente la ministra Fornero, marcia sulle carcasse di centinaia di migliaia di cosiddetti esodati, che penalizza l'occupazione,che deprime l'economia del paese e ci asservisce alle banche e alla speculazione dei mercati internazionali.
E' bene che chi di dovere si svegli e risponda a chi ci ha gettato nel baratro e del baratro ha fatto l'alibi del suo governo, che a suo tempo Franklin Delano Roosevelt fronteggiò efficacemente una crisi molto simile a questa con misure diametralmente opposte a quelle chevengono attuate e imposte ai cittadini da chi governa l'Italia e la Germania.
Allora, per
concludere questo breve excursus che è più uno sfogo che una riflessione
politica, caro Reginato, è venuto il momento di sciogliere i nodi, che sono,
ovviamente quelli di cacciare a calci nel sedere tutti i disonesti che albergano
in parlamento e nel partito, restituire la politica ai cittadini e chiedere
loro scusa, ma anche stabilire se il
PD è un partito liberale o un partito socialista, senza nessun riferimento a
Craxi, ovviamente ma con un chiaro riferimento ai tizi di cui sopra e alle
classi e le persone di cui sopra.
E' compito
del partito sciogliere, con estrema urgenza,il nodo delle ambiguità che lo
porteranno inevitabilmente alla rovina . Avere un punto di riferimento politico
forte è una garanzia per il futuro nostro e dei nostri figli tuttavia
possiamo più baloccarci con formule vuote: o si sta da una parte o dall'altra,
ma che sia chiaro!
Giovanni (Titta ) Fazio

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