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martedì 23 agosto 2011

FIRMA ANCHE TU!

Appello dei giuristi estensori dei quesiti referendari per l’ acqua bene comune e prime adesioni.

La lettura della manovra di Ferragosto e del dibattito politico che ne ha accompagnato la presentazione produce una sensazione di profonda preoccupazione in chi ha a cuore la democrazia ed i beni comuni. Impressiona in particolare la disinvoltura con cui si maneggia una materia tanto delicata e fondativa di un ordine giuridico legittimo quanto quella della gerarchia delle fonti del diritto. La manovra mette in moto una sorta di processo costituente de facto  che di per sé denuncia la natura profondamente incostituzionale, a diritto vigente, della filosofia ispiratrice dell’intero provvedimento.

Al primo articolo si legge infatti che il Decreto legge è emanato “In anticipazione della riforma volta ad introdurre nella Costituzione la regola del pareggio di bilancio”.  All’art. 3 si aggiunge che:“In attesa della revisione dell’art.41 della Costituzione, Comuni, Provincie, Regioni e Stato, entro un anno dalla data di entrata in vigore della Legge di conversione del presente Decreto, adeguano i rispettivi ordinamenti al principio secondo cui l’iniziativa e l’attività economica privata sono libere ed è permesso tutto quello che non è espressamente vietato dalla legge”.
L’art. 41 è uno dei perni della Costituzione economica italiana vigente. Esso sancisce che : “L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali”.
In Italia il processo di revisione costituzionale può svolgersi soltanto ai sensi dell’art. 138 Cost. che prevede doppia votazione in ciascuna Camera ed eventuale referendum confermativo. Fino a che questa revisione costituzionale non è avvenuta, la vigente Costituzione economica italiana è quella mista, che prevede un sistema di libera iniziativa privata sottoposto tuttavia a controlli anche preventivi volti a salvaguardare l’interesse sociale e la dignità della persona e l’ambiente . Cancellare per decreto ogni potere di controllo politico sull’attività economica costituisce una violazione palese e profonda del nostro tessuto costituzionale vigente che lo sbilancia in modo ancora più evidente a favore dell’interesse privato (spesso multinazionale)  ai danni di quello delle persone comuni.
A ciò si aggiunga che la nostra Costituzione struttura uno stato sovrano cui non può essere precluso da poteri esterni  di qualsivoglia natura di investire sul lungo periodo, promuovendo la persona umana ed il suo sviluppo oltre a molteplici altri valori non economici (solidarietà, ambiente, paesaggio, ricerca scientifica, istruzione) anche nell’interesse delle generazioni future. Il Decreto viola inoltre la funzione costituzionale del risparmio, frutto dei sacrifici dei lavoratori, di cui all’art. 47 della Costituzione.  La preconizzata costituzionalizzazione del pareggio di bilancio rende impossibile l’investimento sociale ed impone una visione aziendalistica dello Stato che la nostra costituzione non contiene in alcun modo  ma che è soltanto una delle cifre di quel fallimentare modello neoliberista, ancora troppo potente anche in Europa, che non ammette di aver prodotto la profonda crisi attuale.
E’  assolutamente necessario affermate con forza che il popolo sovrano, composto  nella stragrande maggioranza di quelle persone comuni ai cui danni la crisi si sta orchestrando, si è espresso appena due mesi fa nelle forme e nei modi previsti dalla Costituzione tramite i referendum in modo politicamente inequivocabile contro il modello di sviluppo neoliberista che il Decreto di ferragosto ripropone pervicacemente. In particolare, sul piano del diritto costituzionale vigente  non può essere riproposta la privatizzazione\liberalizzazione  dei servizi pubblici locali. Il clima di emergenza internazionale va verificato nella sua reale portata politica prima di affrettare manovre di pareggio dei conti in contrasto con i valori di solidarietà sociale della nostra Costituzione.
È questa, non quella dei mercati finanziari, l’indicazione politica che occorre  seguire in Italia: un’indicazione inequivocabile che dopo vent’anni di neoliberismo ha affermato a maggioranza assoluta che, nel governo dei beni comuni, il privato non è sempre “la soluzione” ma molto spesso è esso stesso “il problema”. Il popolo ha fatto pervenire un’ indicazione politica chiara volta a riequilibrare il rapporto fra privato e pubblico a favore di quest’ultimo, dando immediata e piena attuazione agli artt. 41, 42 e 43 della Costituzione.
Di fronte a questo scenario sconcertante, che fa emergere una vera e propria emergenza beni comuni, rivolgiamo un appello al movimento referendario tutto affinché esso dichiari conclusa la stagione referendaria specifica, investendo di qui in poi energia e risorse (incluse quelle del rimborso elettorale) per dare finalmente voce autorevole e rappresentanza politica seria alla necessità urgente di invertire la rotta rispetto alla privatizzazione ed al saccheggio dei beni comuni.
Alle forze politiche di opposizione ed al sindacato (in particolare la CGIL) chiediamo di consultare immediatamente le loro basi su questo cruciale spartiacque facendosi successivamente paladini di una ristrutturazione seria del settore pubblico informata alla piena tutela dei beni comuni, del patrimonio pubblico, della sovranità popolare e dei valori della nostra Costituzione.
Agli amministratori infine, chiediamo di rispettare rigorosamente la Costituzione vigente, disapplicando se del caso, in ottemperanza di un preciso obbligo costituzionale di tutti i pubblici ufficiali, quelle parti del Decreto di ferragosto che più brutalmente tradiscono la volontà popolare emersa dai referendum di giugno.
Alla cittadinanza onesta e a quanti hanno accesso al sistema mediatico infine estendiamo un invito a sottoscrivere questo appello  su www.siacquapubblica.it, a sostenerlo promuovendone la conoscenza e la diffusione.

I giuristi estensori dei quesiti referendari sull’ acqua bene comune: Alberto Lucarelli, Ord. Univ Napoli,  Assessore ai Beni Comuni, Napoli, già componente Commissione Ministeriale  per riforma dei beni pubblici; Ugo Mattei, Ord. Univ. Torino, già vice-presidente Commisssione Ministeriale per la riforma dei beni pubblici; Luca Nivarra, Ord. Univ. Palermo,  già componente Commisione Ministeriale per la riforma dei beni pubblici; Gaetano Azzariti, Ordinario di Diritto Costituzionale, Università di Roma La Sapienza.
Primi firmatari
Livio Pepino, Ex magistrato, già Componente CSM; Alex Zanotelli, Missionario Comboniano; Giorgio Airaudo, Responsabile auto, Segretaria Nazionale FIOM; Gabriele Polo, Direttore Editoriale, Il Manifesto; Giorgio Parisi,Fisico, Accademico dei Lincei.

domenica 21 agosto 2011

LETTERA APERTA DI GIANFRANCO SIGNORIN AL SINDACO DI ARZIGNANO

                                                                                  Ai colleghi Consiglieri Comunali
                                                                                  città di  ARZIGNANO
li 20 agosto 2011
san bernardo                                                              al signor SINDACO di Arzignano


"………prima della campagna elettorale c'era stato un accordo politico tra PdL e Lega Nord con un'unità di intenti."
(dichiarazione  del Sindaco Gentilin del 30.12.2009)

"………..le attuali cariche,  frutto di accordi precedenti fra PdL e la passata Sezione Lega verranno mantenuti……."
(dichiarazione  del capogruppo Lega Nord del 12.08.2011)

 "DUE GAMBE"

“Abbiamo una giunta forte,  ben piantata su due gambe,  quella del PDL e quella della Lega Nord”.
 Era il vanto del nostro caro Sindaco:  ora la gamba Lega è stata amputata  di brutto e il Nostro,
 anche per il profumo di "ordine" che emana dalla ferita,  rischia di somigliare più a Gambadilegno
 che al  signore che vediamo sonnecchiante nei consigli comunali.
 Eh sì,  cari amici consiglieri e assessori ex leghisti: vi hanno ridotto allo stato laicale come chierici
 infidi:  con quale impudenza continuate a recitare la parte che vi era stata assegnata dal partito che
 oggi vi  ripudia,  vi getta in pasto al discredito perché si vergogna di voi ?
 Credete che la gente non provi indignazione,  delusione,  rabbia nel vedere quanta vergogna si proietta  su una città,  peraltro laboriosa, buona e degna,  per i comportamenti che vi hanno condotti agli onori  della cronaca ?
 Non c’è un minuto da perdere:  A CASA!!!    E che si torni al voto.
 E il Sindaco si sente a posto?
 Nulla da dichiarare?  Hanno forse tagliato la gamba di un altro ?
 Zoppicare non serve,  e si rischia di cadere al primo inciampo:  e allora,  altro che la gamba,  ci si rimette  l’osso sacro con annessi….
 Su, da bravo,  a casa anche Lei
 Sinceramente, auguri di buone e meritate vacanze.

 gianfranco signorin
 stefano frighetto
 consiglieri comunali
Arzignano

sabato 13 agosto 2011

TRE DOMANDE AL SINDACO GIORGIO GENTILIN

 Egr. Signor
            SINDACO
                                                                       città di ARZIGNANO

                                                                                              e p.c. Al Commissario
                                                                                              della Sezione di Arzignano
                                                                                              LEGA NORD
Arzignano, lì 7 marzo 2011
Gentile Sindaco,
più volte Lei ha affermato, anche pubblicamente, che  “ancor prima della campagna elettorale c'è stato un accordo politico tra PdL e Lega Nord con unità di intenti” relativamente a chi avrebbe dovuto presiedere la società  Acque del Chiampo spa. Atto a nostro avviso discutibile, ma lecito!
A fronte di questo, la prima domanda che ora risulta spontaneo porre è la seguente:   a che titolo e col mandato di chi il geom. Renzo Marcigaglia prende oggi decisioni, firma delibere e decide su una materia importante per la città di Arzignano e la Valle del Chiampo, ora che, come a tutti è noto, la Sezione  di Arzignano della Lega Nord è stata commissariata dal Consiglio Nazionale del Carroccio e non fanno più parte del Partito, Renzo Marcigaglia (Presidente Acque del Chiampo spa) e GianMarco Tommasi (Presidente del Consiglio Comunale fino al settembre 2010).
Ed ancora. Tra i membri della Giunta Comunale nominata il 29.6.2009, rimodulata il 4.5.2010 e rimpastata nel febbraio del corrente anno, vi è il signor Enrico Marcigaglia, figlio del geom. Renzo Marcigaglia.
Ebbene,  a nome dell'Amministrazione Comunale di Arzignano proprio Lei, Signor Sindaco, ha indicato il signor Renzo Marcigaglia quale Presidente della società Acque del Chiampo spa.
Sappiamo tutti che la Società Acque del Chiampo è ente di gestione ad intero capitale pubblico, sottoposta a controllo ed indirizzo degli Enti Comunali proprietari e che il Comune di Arzignano detiene la maggioranza assoluta del pacchetto azionario.
A questo punto, alla luce di quanto esposto finora, Le chiediamo: qual è  la Sua opinione riguardo la evidente  inopportunità di affidare  una carica di così grande importanza ad una persona che, di fatto, riassume nella sua famiglia (fam Renzo Marcigaglia)  i ruoli di controllore e controllato?                                                                                                                                                     
Egregio Signor Sindaco, abbiamo davanti a noi scelte importanti, vitali, delicate che riguardano il futuro  industriale, occupazionale e ambientale della nostra città.                                                        
Le relazioni con i Comuni contermini dell'area Ovest Vicentino sono l'asse portante per la soluzione  della scottante  “questione fanghi” da parte dei depuratori del distretto.
E’ inconcepibile che sul proposito annunciato dal Sindaco di Montecchio Maggiore di lasciare la società Acque del Chiampo,  il Presidente di tale società ammetta “non ne sapevo niente, non sono stato informato delle intenzioni montecchiane” . Davanti a noi ci possono essere scelte solamente condivise perchè esse determineranno anche lo stile di vita dei cittadini di un’intera macro-area (aria, falde, salute, serenità ecc) per i futuri decenni.
Non ci sembra neppure chiara la posizione del Presidente delle Acque del Chiampo riguardo  un contratto  di vendita “condizionato”  ad una variante  urbanistica di un terreno sito in via Chiampo, considerato che un Assessore della sua Giunta risulta essere figlio del legale rappresentante della “Marcigaglia Constructions spa” (venditrice), ossia proprio il geom Renzo Marcigaglia.
Anche relativamente a questo palese conflitto d’interessi vorremmo sapere la sua autorevole opinione.
Per affrontare i prossimi  immediati e impegnativi mesi la nostra comunità ha bisogno di un clima sereno.
Le persone che Lei ha nominato alle Acque del Chiampo e che ci rappresentano, non devono essere messe in discussione sotto alcun aspetto.
Tutte queste riflessioni e domande, signor Sindaco, le rivolgiamo per essere messi al corrente su come Lei si ponga davanti ai quesiti posti, al fine di stabilire  un dialogo possibilmente proficuo tra opposizione consiliare (che deve stimolare e controllare e il Suo operato in veste di Sindaco) e chi governa la  nostra città.
In attesa delle Sue risposte, porgiamo  i più distinti saluti.
Consiglieri Comunali                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                         
Lorella Peretti
Gianfranco Signorin
Edoardo Modini
Stefano Fracasso
Stefano Anzolin
Antonio De Sanctis
Stefano Frighetto
                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                    

COLPO "GOBBO" AL COMUNE DI ARZIGNANO: DECLASSATI ASSESSORI E CONSIGLIERI LEGHISTI.

Arzignano 13 Agosto 2011
Declassati assessori e consiglieri leghisti al comune di Arzignano: così riferisce il Giornale di Vicenza dell'11 Agosto. Una mazzata in piena estate alla vacillante squadra della giunta Gentilin. Già avevano fatto scalpore l'espulsione dalla Lega del Presidente del Consiglio comunale Gianmarco Tommasi e del vicesindaco Massimo Signorin come pure il commissariamento della sezione di Arzignano. Adesso la nuova misura disciplinare colpisce per la seconda volta e duramente la compagine del sole padano.
Il Segretario Nazionale della Lega Nord Gian Paolo Gobbo non si sbottona, cioè non espone le motivazioni del provvedimento che, di fatto, estromette dal partito il gruppo leghista dell'amministrazione Gentilin quasi per intero. Con Marcigalia infatti vengono declassati (è questo il termine usato dal partito) Alessia Bevilacqua e Umberto Zanella e dei tre consiglieri Erika Repele, Alexandre Galiotto, Guglielmo Dal Ceredo e altri quindici militanti della sezione arzignanese. " Il provvedimento disciplinare apre seri interrogativi nella popolazione esterrefatta: il declassamento è dovuto alle faide di un partito che risolve in questi termini il dibattito al suo interno o è legata a fatti più gravi connessi alle indagini della magistratura su altri ex esponenti della Lega Nord?
 Non si tratta di questioni da poco né di abbagli ferragostani, come sostiene il capogruppo del PDL Andrea Pellizzari. La cittadinanza deve essere messa al corrente di quanto accade all'interno dell' amministrazione di un comune già fortemente provato dagli scandali che hanno investito i vertici della giunta Gentilin.
Andrea Pellizzari, rispondendo alle critiche che fioccano dall'opposizione, che chiede a gran voce come mai vadano bene per la giunta di Arzignano soggetti espulsi dalla Lega, risponde  infatti «Sono questioni interne al partito  che vanno bene per riempire i giornali d'agosto. A noi nessuno ha detto che non rappresentano più la Lega. Per noi perciò rimane valido l'accordo».
A lui "non lo ha detto nessuno". peccato che le affermazioni di Gian Paolo Gobbo siano chiare e inequivocabili :"Chi ha degli incarichi amministrativi continuerà ma non lo farà a nome della Lega" .
Tutto ciò avviene mentre è vivacissimo il dibattito in Consiglio comunale sulla variazione del piano urbanistico, voluta dalla maggioranza.
In un momento in cui tutti i commercianti riempiono i muri della città con manifesti di dissenso e i cittadini protestano per l'operato della giunta Gentilin, denunciando l'inopportunità e il danno economico e urbanistico derivanti dall' "affare Tosano",e il macroscopico conflitto di interessi generato da questa improvvida operazione, l'odierna presa di posizione della Lega Nord non può che amplificare ulteriormente le critiche ad un'amministrazione che, fin dal suo inizio, è stata caratterizzata da "infortuni" giudiziari" e sanzioni punitive che originano dall'interno stesso delle formazioni politiche che rappresenta.
Ci chiediamo quale sia il motivo dell'accanimento con cui il sindaco Giorgio Gentilin persista in un'operazione di cui non si sentiva alcun bisogno.
Ma non basta, all'operazione Tosano la Giunta di Arzignano affianca quella del cosiddetto "Centro Benessere" un impegno finanziario di centinaia di migliaia di euro l'anno,cui si sottopone il comune con un debito venticinquennale, a tutto vantaggio di una società privata che gestirà   il centro stesso.
Forse il sindaco faraone non segue le drammatiche fasi della crisi economica che investe il nostro paese, ignora i tagli drastici ai bilanci degli enti locali che hanno destato le unanimi proteste di amministratori regionali e comunali di tutta Italia senza distinzione di appartenenza politica.
I tempi magri che si appalesano pretendono una oculata gestione dei pochi fondi,ammesso che ci siano ancora, per la gestione del welfare. Come affronteremo la richiesta di alloggio, di assistenza,di cure dei nostri vecchi, dei nuovi poveri, di coloro che non possono contare sull'aiuto di nessuno?
 Ritiene il sindaco Gentilin che su questi abbiano la precedenza le signore che curano l'abbronzatura e la depilazione?
Giovanni Fazio