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lunedì 5 settembre 2011

BANCHE E NOGLOBAL

RISPOSTA ALLA LETTERA DI PIETRO

L'umanità dovrà scegliere se essere governata da una banca o dai governi che la rappresentano.
Questa è la grande partita che si apre all'inizio del secondo millennio e che vede il capitale finanziario, la più feroce e cieca espressione del capitalismo giunto al suo ultimo stadio, sfidare, fino ad ora  impunemente, popoli e governi.
Grandi paesi democratici e potenze rette da sistemi dittatoriali, come la Cina, sono stai messi in ginocchio dall'azione del moloch.
La crisi di questi ultimi anni, partita dagli Stati Uniti, evidenzia in maniera drammatica  quello che i movimenti No global avevano già previsto con un buon anticipo su partiti e analisti di mercato.
Se andiamo a rileggerci la storia del movimento verifichiamo che la miseria di oggi era stata preconizzata da chi allora aveva gli occhi aperti, più dello stesso governo cinese che ora si trova a fare i conti con una cassaforte piena di dollari che non valgono niente.
Saltiamo, per non perdere il filo del discorso, il modo con cui il movimento è stato violentato dai governi e in particolare dal governo Berlusconi - Fini in occasione del G8. Il forum che avrebbe dovuto illustrare le misure alternative  non poté essere tenuto per la repressione di tipo cileno messa in opera dagli scagnozzi agli ordini di De Gennaro, oggi ritenuti meritevoli di promozioni e avanzamenti di carriera malgrado le condanne inflitte loro dalla magistratura genovese.
Saltiamo , per amor di patria, ogni commento sugli imbecilli che pensano, come nel '77, che il problema si risolva incendiando qualche auto o, peggio, sparando qualche pistolettata contro la polizia o, a piacere, contro i dimostranti ( Giorgiana Masi) , trasformando in un inferno di incendi e di devastazioni le manifestazioni pacifiche oceaniche che possono mettere in ginocchio i governi.
La lettera di Pietro quindi ci raggiunge in un momento critico dello scontro tra capitalismo finanziario e governi. In un momento in cui le contraddizioni si spalancano anche nel cuore di quello che fu il tempio del capitale, gli Stati Uniti d'America.
La disperata lotta di un presidente contro le multinazionali della finanza illustra la vastità dello scontro in atto e l'enorme massa di soggetti coinvolti in questa guerra dove le rapine avvengono attraverso il diktat delle banche.
La pattuglia del cosiddetto Tea party è la quinta colonna che mina dall'interno l'azione di Obama.
Da ragazzo , ricordo, che sebbene giovanissimo, rimasi molto colpito dalla lettura di Sallustio, che traducevamo dal latino, in seconda media. Giugurta riusciva a vincere Roma corrompendo con i suoi immensi capitali gran parte dei senatori.
Il mondo non è cambiato, sotto questo punto di vista. Il moloch ha grande opportunità di acquisto di rappresentanti del popolo e di interi governi … tuttavia alla fine, Caio Mario riuscì a sconfiggere il grande corruttore. Era i 105 a.c.
Le grandi conquiste delle banche non avvengono in un clima di acquiescenza e di consensi. I popoli si ribellano: la primavera araba è uno dei portati della risposta dei cittadini all'aggressione capitalistica. E' chiaro ormai, anche nel mondo arabo, che i dittatori e i re non sono altro che pedine di sovranità ben più potenti.
Israele scopre al suo interno amare contraddizioni. Sono di questi giorni le manifestazioni in tutto il paese contro il carovita che rende impossibile l'esistenza ai ceti meno abbienti.
Intere nazioni, come quella greca, subiscono l'umiliazione della confisca dei propri patrimoni.
E' l'inizio di una guerra di lunga durata di cui certamente io non vedrò gli esiti, anche se ritengo di dovere fare la mia parte perché non abdico ai miei diritti democratici e  credo che chi verrà avrà diritto di vivere in un mondo diverso da quello che qualcuno tenta di apparecchiarci.
L'entità contro cui i popoli stanno entrando in guerra non è né una persona né un'oligarchia: è anonima e spietata, non ha volto, non ha un piano, non occupa una sede fisica, non persegue una strategia unitaria , ( mi viene da ripensare a "Furore" di Steinbeck , quando il farmer, spodestato della sua fattoria, voleva sapere chi fosse colui che gli aveva sottratto la terra e scopriva, con grande meraviglia, che questa persona non esisteva: era una società anonima, a sua volta incasellata in altre società in un gioco complesso e perverso in cui si disperdevano finalità e responsabilità).
Negli anni settanta si discuteva della "Logica del capitale" come se il capitale fosse una identità pensante. Scoprimmo che allora, come ora, non esisteva nessuna logica. Infatti quello che sta avvenendo in questi anni non ha niente di logico, è un enorme dispendio di risorse in cui alla fine chi sarà sconfitta sarà l'intera umanità e il vincitore nessuno.
Quello che muove però questo processo è l'ingordigia degli uomini che  governano le banche e le società per azioni, i fondi e quant'altro abbia inventato il mondo della finanza. Si tratta di una ingordigia individualista e cieca in cui non esiste nessuna solidarietà nei confronti dei compagni di cordata ma una spietata lotta per l'affermazione di se stessi.
Il sistema è quindi stocastico, mosso dal caso, e dalla fortuna, cieco nei confronti degli effetti dirompenti che determina. Una banda di miliardari sozzi  che danza sulla tolda del Titanic.
Ci pensano i sottoposti e gli idioti di turno, prezzolati, coinvolti economicamente o meno, a costruire una parvenza di ideologia che giustifichi l'apocalisse: sono i cosiddetti liberisti, quelli che "il privato è meglio del pubblico" coloro che vogliono arraffare con pochi soldi, o anche senza soldi, come è avvenuto nella nuova Russia "democratica" società e palazzi che una volta erano dello stato.
Possiedono stampa prezzolata e intellettuali servili che incensano il capo anche quando è un emerito puttaniere che sta portando il paese al macello.
Ma il movimento si chiama No Global: è un movimento che include moltissimi soggetti e situazioni specifiche , le più complesse, una immensa massa di individui che subiscono, in situazioni  diversissime tra loro, le conseguenze di questo gioco al massacro.  
Pensare di avere la ricetta in tasca per contrastare questa potentissima offensiva è un po’ ingenuo, così come sperare in una palingenesi derivante da un nuovo partito o da una nuova formazione politica pura e adamantina, che non abbia contraddizioni al suo interno e che abbia già chiara la strategia con cui ci porterà alla vittoria contro i malvagi.
Purtroppo la realtà è meno esaltante e leggermente più complessa.
A parte il fatto che ad una offensiva globale si deve per forza rispondere con una azione internazionale ( già solo questo pensiero è molto scoraggiante) è evidente che la risposta non può essere per ognuno di noi che locale " pensa globalmente e agisci localmente" dice il motto del movimento.
Ma come agire: quali sono gli strumenti per una azione politica incisiva che imprima una svolta all'azione politica delle masse?
Certamente non è più il partito leninista che riteneva di risolvere il problema con la presa del palazzo d'inverno; Lenin teorizzò le premesse che costituirono il nerbo della dittatura di Stalin (distinguere il buono dal cattivo, come facevamo un  tempo , non ha più senso, come non hanno senso le formazioni politiche che si rifanno alla bibbia dei primi anni del secolo scorso e innalzano ancora vetuste falci e martello e consunte bandiere rosse.) E' triste per chi, come me, ci ha creduto e ci ha militato, ma  "… solo i paracarri non cambiano idea" diceva qualcuno.
Questo non significa buttare nel cestino le lotte e i sacrifici dei comunisti italiani, il loro ruolo fondante nella costruzione di una repubblica democratica e della sua costituzione, le lotte delle grandi masse dei lavoratori da Di Vittorio in poi , le lotte dei braccianti al sud e il sacrificio di 37 sindacalisti uccisi dalla mafia in Sicilia, il luglio del'60 che rintuzzò il tentativo di Tambroni di imporre agli italiani un governo neo fascista. Magari l'avessimo adesso un partito capace di tanto! Con buona pace di Veltroni e dei neo revisionisti, il filo rosso che porta dalla resistenza alle lotte del popolo viola, delle donne, della FIOM, delle scuole, dei pastori sardi, degli immigrati, ecc passa attraverso il contributo che milioni di comunisti italiani hanno dato per realizzare la repubblica , la costituzione, la difesa dei lavoratori della democrazia e della libertà nel nostro paese. 
Detto questo, diciamo ai compagni di una volta che è bene che escano dal mito e rientrino nella realtà.
Non è necessario teorizzare nuovi partiti ché di partiti ne abbiamo a sufficienza, né nuove sigle sindacali o di movimento. Chi vuole si accomodi, è chiaro che nessuno potrà impedirglielo, ma è altrettanto chiaro che alla fine del percorso si troverà nello stesso posto in cui siamo noi adesso.
La lotta contro chi ci espropria dei frutti del nostro lavoro, della terra in cui viviamo, della salute, dell'ambiente e della vita ha come punto di partenza la presa di coscienza collettiva, e come strumento la comunicazione di massa.
L'invenzione dei caratteri mobili della stampa da parte di Johann Gutenberg nel 1450 determinò una svolta nella storia del'umanità. Senza la bibbia di Gutenberg non ci sarebbe stata né la riforma né la controriforma. Milioni di contadini e popolani tedeschi si alfabetizzarono creando le premesse per l'attuale superiorità della Germania moderna.
Internet e i social network sono la Gutenberg dei giorni nostri: senza twitter  non avremmo la "rivoluzione dei gelsomini", senza i cellulari e gli smartphone non avremmo sentore delle lotte in Siria.
L'informazione libera e soprattutto la nuova comunicazione di massa sono strumenti potentissimi di lotta che ci possono aiutare in questa titanica impresa.
Il resto è nelle mani dell'invenzione del movimento, nella creatività di mille , centomila, milioni di menti che si ribellano alla fine del pianeta.
Per questo ritengo che gli spazi politici per operare ci siano o si conquistano . Il movimento esprime già una sua presenza trasversale all'interno di partiti e sindacati. Operare all'interno di un partito politico può significare incidere sulle scelte dei suoi dirigenti. Operare all'interno di un partito, tenendosi le mani libere e lavorando con gli uomini di buona volontà ( referendum, manifestazioni, lotte ecc) può contribuire a illuminare chi lavora al nostro fianco e ad abbattere chi fa della politica un mestiere per il proprio tornaconto.  
E' chiaro che bisogna avere chiare alcune idee generali: L'Europa politica è un obbiettivo irrimandabile da realizzare se non vogliamo più che a dirigere il nostro paese sia la BCE. 
Qualcuno ha recentemente pubblicato un documento di cui condivido tutte le premesse e l'analisi ma non  tutte le conclusioni.
In questo manifesto si propone il rifiuto di pagare il debito alla BCE. Apparentemente una proposta radicale che taglia la testa al toro, tuttavia non si tiene conto, nel documento, che ciò comporterebbe l'immediata fuoriuscita dell'Italia dall'euro zona, cosa che non dispiace alla Lega e che in passato è stata molto accarezzata dallo stesso Berlusconi. Il risultato sarebbe una lira svalutata e ancor più massacrata dai mercati. Una situazione di tipo argentino in cui a farne le maggiori spese sarebbero i lavoratori a reddito fisso e i pensionati che vedrebbero totalmente azzerati stipendi e pensioni, come appunto è già avvenuto in Argentina.
Oggi, tutto sommato, l'euro è rimasto un baluardo contro l'inflazione e ha salvato in parte i redditi da lavoro dipendente e le pensioni.
Un primo atto di governo dell'Europa potrebbe essere quello di emettere in proprio gli euro bond in modo da sottrarre la gestione del debito alla BCE e alla pressione degli speculatori.
Se quello che vogliamo è più governo e meno finanza, questa potrebbe essere una strada iniziale per una inversione di tendenza.
Daniel Cohn-Bendit leader degli studenti del '68 è un esempio vivente di coerenza, di cultura, di intelligenza e di lotta nella Germania di oggi. Alla sua lunga militanza nel partito dei Verdi tedeschi ( così diverso aimè da quello italiano) ci si può ispirare senza fughe in avanti nel massimalismo e senza la ricerca di pericolose accorciatoie.
E' chiaro che l'informatizzazione e la robotizzazione nelle fabbriche e nei servizi riducono, giorno dopo giorno, il bisogno di manodopera. E' inevitabile che il numero dei disoccupati aumenti.
La manovra economica di questi giorni ha dato l'estro al ministro che bisognerebbe definire "anti welfare" Sacconi, di sbizzarrirsi in una serie di proposte che nulla hanno a che fare con l'abbattimento del debito ma che rappresentano un attacco al cuore ai diritti dei lavoratori; in ciò sostenuto   dai due compari Bonanni e Angeletti ( ve li raccomando, come li raccomando a tutti gli iscritti della UIL e della CISL che tollerandoli manifestano una insospettabile dose di masochismo).
Se paragoniamo la FIAT del '68 coi suoi 97.000 addetti a Torino con gli attuali 15.000  scarsi, ci si rende conto dell'inevitabile contrazione dell'occupazione. Se si pensa che prima della guerra in Italia l'85% circa della popolazione era costituita da contadini non si stenta a prefigurare quale sarà il mondo di domani.
Quando ero bambino la maggior parte dell'energia usata era di origine animale. A Caltagirone c'erano più di 10.000 cavalcature che permettevano ai contadini di lavorare la terra, trebbiare, trasportare il raccolto ecc. Oggi sono scomparse , al loro posto ci sono macchine meravigliose che arano, mietono, trebbiano e quant'altro. La forza lavoro non è più umana e animale  ma chimica: il petrolio.
E' inevitabile che senza intervenire sul meccanismo, l'intera popolazione si trasformerà in una immensa plebe di nullafacenti ,così come avvenne a Roma quando il Senato finì di espropriare il popolo romano di tutte le sue terre.
Da più parti si dice che è necessario ridistribuire le ricchezze che adesso le macchine e le nuove fonti di energia producono in quantità più che abbondante.
Ma per fare questo, con buona pace di Martino e dei neo liberisti, c'è bisogno di più stato.
Contrarre l'occupazione nei servizi, ridurre l'assistenza ai più deboli, tagliare i trasporti pubblici, ridurre il personale della scuola sono , oltre che ciniche iniziative contro i cittadini lavoratori,azioni economiche controproducenti che abbassano sempre più il tenore di vita delle persone e spingono sempre più in basso il loro potere d'aqcuisto. Direbbero gli economisti: manovre depressive.
Viceversa una spesa pubblica finalizzata alla realizzazione di una società a misura d'uomo è destinata a rilanciare contemporaneamente il mercato e la circolazione del denaro.
Questo lo sapeva bene John Maynard Keynes che adesso non viene più ricordato da nessuno, chissà perché!.
Certo, qualcuno ci chiederà dove prendere i soldi per realizzare una società come quella svedese, tanto per cominciare. La risposta ce la danno gli svedesi: paga chi ha più soldi ( iniziando dai petrolieri).
Il Welfare che dai nostri governanti e da parte dell'opposizione viene considerato la palla al piede della nostra economia è invece il motore delle società future dove l'enorme ricchezza prodotta da macchine sempre più efficienti non potrà essere patrimonio di pochi individui ( basti pensare alla buonuscita di Profumo nel momento in cui è stato messo alla porta della Unicredit: 42 milioni di Euro.
Ancora, la difesa dell'ambiente dall'ingordigia di chi pensa di trivellare il mare dell'Alaska o persiste in pericolosissime trivellazioni nel Golfo del Messico, di chi costruisce centrali nucleari esposte a terremoti e tsunami o anche su solida roccia ,ma non per questo scevre di pericoli immani, di chi ci propina cibi adulterati, tossici, cancerogeni, è il fronte contemporaneo su cui sviluppare la nostra azione;  mandiamo Umberto Veronesi in villeggiatura nelle fresche foreste di Cernobil.
La lotta di liberazione planetaria della donna è il terzo fronte e ancora, la lotta alla fame.
L'estensione dei diritti alle minoranze, il sostegno alle rivolte dei popoli contro le dittature.
La terra è ricca e può sfamare tutti i suoi figli.
Senza fughe in avanti, con le idee che diventano sempre più chiare, continuiamo la nostra opera , magari incompresi dai qualunquisti di turno e contestati dai miserabili che si sentono ricchi per quei soldi che hanno sottratto al fisco coi loro imbrogli.
Il problema in questo momento non è tagliare la spesa ma far pagare chi non ha mai pagato.
Difendiamo scuola, sanità e pensioni dalla rapina, facciamo quadrato attorno ai diritti dei lavoratori e abbattiamo la vergogna del lavoro precario. Per fortuna c'è un'enorme movimento in piedi che lotta e non solo per questo. Cacciamo dal governo Berlusconi e la sua banda : è solo un inizio …… il resto verrà poi.

Giovanni Fazio



sabato 3 settembre 2011

ARZIGNANO COMMERCIANTI IN PIAZZA E TEMPESTA SULLE ACQUE DEL CHIAMPO

Naviga ormai in acque tempestose Renzo Marcigaglia,  presidente delle "Acque del Chiampo" società pubblica che gestisce il sistema idrico dell'Ovest vicentino ed effettua il monitoraggio dei quattro depuratori che smaltiscono gli scarichi delle concerie della valle. Nella stessa barchetta si affanna il sindaco di Arzignano Giorgio Gentilin, preso di mira dalla protesta di tutti i commercianti della città per via di una variante del piano regolatore indispensabile per consentire l'acquisto da parte del Tosano di alcuni terreni di proprietà dello stesso Marcigaglia.
In un manifesto affisso su tutte le vetrine della città si legge:
 "NO AI 12.000 mq AD USO COMMERCIALE - TERZIARIO IN VIA CHIAMPO.
Vogliamo coerenza e trasparenza.
L'amministrazione comunale RINUNCI all'improvviso e sconcertante proposito di approvare una variante al Piano degli interventi con ulteriori 12.000 mq. a destinazione commerciale in via Chiampo.
La variante comporterebbe:
·         La chiusura di molti negozi di vicinato nella Val Chiampo;
·         Il conseguente impoverimento dei centri storici;
·         la perdita del lavoro per molti lavoratori dipendenti e autonomi;
·         l'aumento del traffico e dell'inquinamento;
·         la mancanza del servizio di prossimità per i consumatori.
La variante del piano degli interventi
gioverebbe solo alla speculazione edilizia."
Alle proteste dei commercianti si aggiunge la richiesta di un azzeramento del CdA  delle Acque del Chiampo, avanzata dal sindaco di Montecchio Maggiore Milena Cecchetto: un attacco al presidente Marcigalia già sospeso dalla Lega Nord, indagato per corruzione, e di Santo Mastrotto, noto imprenditore conciario, coinvolto, nelle inchieste sui pagamenti in nero.
«C'è
, necessità di un rinnovamento, di un segnale che l'unica direzione dell'agire pubblico è il bene comune». Così si è espresso il primo cittadino Castellano.
Una vera bufera che investe anche la tormentata giunta comunale di Arzignano già sconvolta dalla decapitazione di alcune delle figure più importanti (presidente del consiglio e vice sindaco) per il coinvolgimento degli stessi nelle indagini della GdF.
 La richiesta del sindaco Cecchetto fa seguito ad una campagna politica condotta con fermezza ed efficacia dal consigliere di minoranza  del comune di Arzignano Gianfranco Signorin, affiancato Da Stefano Fracasso , entrambi ex sindaci nelle precedenti amministrazioni.
Le problematiche sollevate da Signorin sono quelle determinate dalla non rappresentatività della componente ex leghista della giunta di Arzignano ( tutti espulsi dalla Lega Nord) , la non rappresentatività di Renzo Marcigaglia, anche lui espulso dalla Lega Nord, una serie di macroscopici conflitti di interesse ( può una giunta comunale di cui fa parte il figlio di Marcigaglia operare una variante del piano regolatore  che riguarda terreni edificabili appartenenti alla famiglia dell'assessore ? Può un industriale della concia come  Santo Mastrotto far parte di una società pubblica che ha il precipuo scopo di controllare la gestione delicatissima degli scarichi delle concerie e delle acque, diventando contemporaneamente controllore e controllato? )
Milena Cecchetto non è entrata nel merito delle recenti vicende giudiziarie, le sottolineano, invece, i consiglieri di opposizione arzignanesi, che da tempo chiedono un passo indietro da parte del presidente Marcigaglia.
Intervistato dal Giornale di Vicenza Stefano Fracasso punta il dito sulla credibilità di una istituzione  che è l'interfaccia fra mondo della concia e cittadini. "Se si vuol passare dalla parole ai fatti, se si vuole dare un segnale forte credo che bisognerebbe accogliere l'invito del sindaco Cecchetto».
Gianfranco Soignorin chiede un segno di discontinuità:  « Lo sanno tutti che nel Cda siedono degli indagati e soprattutto gli industriali occupano il ruolo di controllori in un'azienda incaricata di controllare i loro scarichi».
Mentre i commercianti di Arzignano manifestano sotto il municipio, il sindaco Gentilin, sordo agli appelli della popolazione di Arzignano, delle amministrazioni vicine ( Valdagno e Montecchio maggiore), insensibile alle osservazioni dei consiglieri di minoranza, continua a tenere la barra dritta verso la punta dell'iceberg sul quale questa amministrazione è destinata a naufragare miseramente se non cambia rapidamente rotta.
 La tempesta giudiziaria che ha investito in pieno il sistema concia della vallata e ha fatto assurgere il comune alle cronache dei giornali radio e della stampa nazionale è un motivo in più perché Gentilin risponda al bisogno di TRASPARENZA espresso dai commercianti e si affretti a prendere le distanze da operazioni in cui una intricata rete di interessi privati e pubblici non può che creare ulteriori problemi per il nostro comune.

Giovanni Fazio

venerdì 2 settembre 2011

UN'INTERVISTA DI CONCITA DI GREGORIO A MATTEO RENZI SU REPUBBLICA

L'intervista di Concita Di Gregorio a Matteo Renzi ( Repubblica 02/09/2011) mette a fuoco i punti salienti della questione morale e della crisi della politica con estrema chiarezza propositiva.
Alla domanda della giornalista
 " esiste la "diversità etica" della sinistra?«No, non esiste. Ci sono buoni e cattivi politici, amministratori».
" Esiste un sistema-Sesto? La corruzione è estesa ad ogni latitudine?
«Esistono a ogni latitudine corrotti e corruttori, collusi, concussi. Le responsabilità penali sono personali. Quelle politiche sono della classe dirigente intera. Giustificarsi dicendo "gli altri fanno peggio" è inaccettabile. Non è un problema di quanto. È un problema di come».
Ringraziamo Concita per avere messo a fuoco in questa intervista le questioni essenziali che investono la politica e il PD. C'è da riflettere sul modo maldestro con cui Bersani ha affrontato la questione Penati, minacciando una class action degli iscritti contro i diffamatori. Ci sono responsabilità grandi quanto una montagna da parte dei vertici del PD (non per correità ma "IN VIGILANDO").
Alla fine i nodi vengono sempre al pettine!
Prosegue l'intervista
 -  La questione morale.
«O si svolta decisamente o, coi rabberci, non si va da nessuna parte. L´antipolitica ha raggiunto livelli di guardia. E´ impossibile, impensabile, accedere alla prescrizione prevista dalle leggi di Berlusconi. O si gioca in contropiede o si sta all´infinito sulla graticola, fino a bruciare».
 Il contropiede com´è?
«Senza esitazioni, con coraggio, andiamo alla riforma delle indennità, del numero dei politici, dei criteri di nomina nelle aziende pubbliche. Cambiamo radicalmente il finanziamento ai partiti. Ma lo sa che sono stati appena erogati contributi elettorali a partiti che non esistono più, Ds, Margherita, decine di milioni di euro… no, non è qualunquismo. Facciamo come negli altri paesi, per ogni cento euro di erogazione dei privati registrata una percentuale di denaro pubblico. C´è una ragione se altrove funziona così. Siamo a un bivio decisivo, bisogna assestare un colpo alla casta. Se non si dimezza il numero dei parlamentari si dimezza quello degli elettori».
Dimezzare, dice. Ha una proposta?«Certo, io intanto a Firenze l´ho fatto. Potevo avere 16 assessori, ne ho nominati 8. La storia delle Province è solo ammuina. Alla Leopolda, il 23 ottobre, presenteremo una riforma di legge costituzionale per superare il bicameralismo. Una sola Camera di 475 deputati, quanti sono i collegi. Un Senato delle autonomie locali composto da 140 amministratori: i cento sindaci dei comuni capoluogo, 20 presidenti di Regione e di consiglio regionale. Questi 140 già pagati come amministratori e dunque senza alcuna indennità parlamentare. Si passerebbe da mille retribuzioni a meno di 500, e il Parlamento funzionerebbe meglio».
Pisapia suggerisce di limitare a due il numero di mandati, senza deroghe.
«Per gli amministratori, per i sindaci due mandati sono il giusto, a volte anche troppo. Per i parlamentari il problema sono le deroghe, che poi diventano la norma. Io preferisco dire: limite di tre mandati, ma davvero senza deroghe per nessuno: del resto questa classe dirigente ha mostrato di aver terminato il suo compito, ha già dato. Io dicevo rottamazione. Pisapia, più elegante, dice rotazione. È lo stesso».
Pensa che una riforma in questo senso possa venire dall´attuale classe dirigente? «Bisognerebbe che Bersani si assumesse il compito di riformare la politica senza farsi dettare l´agenda dagli eventi. Mi pare che il sistema sia paralizzato dalla paura, e invece serve coraggio. O si cambia o si va alle primarie con programmi diversi, e vediamo. E´ finito il tempo in cui uno cominciava come consigliere comunale, poi diventava assessore, poi andava alla provincia poi alla regione e se lo trombavano prendeva un vitalizio. Le aziende pubbliche non possono essere il paracadute degli avanzi della politica. Il mondo di prima era per sempre: facevi sindacato, politica, avevi una famiglia e un lavoro per sempre. Il mondo di oggi è per ora».
Sta correndo da presidente del consiglio? Sta cercando di eliminare la concorrenza?
«Sono in un partito che si chiama democratico, non accetto accuse di cospirazione o alto tradimento. C´è un idem sentire del 90 per cento del popolo democratico. O il quartier generale ne prende atto, e trae spunto dal caso Sesto, dalle amministrative per avviare il rinnovamento senza incertezze oppure certo, ci confronteremo sui programmi».
Firma il referendum sulla legge elettorale? «Naturalmente. Con molta amarezza perché un partito che deve ricorrere a uno strumento destinato ai cittadini mostra di non saper sostenere politicamente le sue proposte».

Crede che le primarie del centrosinistra si faranno? «È una bella domanda. Si devono fare. Temo le scorciatoie del "famolo strano", devono essere primarie senza trucchi, come quelle che hanno eletto Bersani, Veltroni. D´Alema ha sempre ironizzato sul partito leggero che va ai gazebo. Io dico che la sua idea di partito solido è novecentesca. Quel modello di rappresentanza è finito: nel sindacato, nelle categorie, dappertutto. La base elettorale non è un esercito che si muove a comando, buona a nominare funzionari indicati dall´alto. Deve partecipare al processo di selezione dei leader e non limitarsi a sottoscrivere. Delle mille persone elette oggi in Parlamento la maggior parte, se fosse un condominio, non prenderebbe i voti dei vicini di pianerottolo».
Non esagera? Per molto meno si viene accusati di qualunquismo, populismo: di denigrare le istituzioni.
«Non esagero, e comunque esiste la controprova. Si facciano le primarie di collegio e di circoscrizione, si lasci che siano i cittadini a indicare chi deve essere messo in lista. Per ora le liste sono fatte dalle segreterie di partito secondo criteri di debiti e crediti sospesi, le candidature sono un premio fedeltà e nel migliore dei casi un casting: una ragazzina e un esperto, un operaio e un imprenditore, un laico e un cattolico…».

Si va verso un governo tecnico? «Sarebbe una sconfitta, la dimostrazione che la politica non è in grado di fare le riforme».
De Magistris dice che andare a votare ora non conviene a nessuno, nemmeno alla sinistra.
«Non è vero. Se la destra ha fallito, e ha fallito, adesso tocca a noi e siamo pronti».
Si presenterà alle primarie? «Bisogna fare una mezza rivoluzione, chiunque sia in grado di combattere deve esserci adesso. Sì, mi candiderei ma spero che lo faccia anche gente più brava di me, magari una donna».
Teme Vendola? «Lo stimo, è ricco di passione, affascina e scalda i cuori. Ma quando dice che la linea da seguire è quella della Fiom penso che così non apriamo le speranze: chiudiamo le fabbriche».
Nulla da aggiungere all'intervista che non ho riportato per intero.
E' un chiaro invito a riflettere soprattutto per gli iscritti al PD. Ormai tutti hanno capito e manifestano in ogni occasione nelle strade e nelle piazze che è ora di voltare pagina: speriamo che lo capiscano anche i vertici del PD.
Il 6 settembre saremo in piazza con la CGIL e poi.. nei gazebo per raccogliere la valanga di firme contro la legge porcata.

Giovanni Fazio