RISPOSTA ALLA LETTERA DI PIETRO
L'umanità dovrà scegliere se essere governata da una banca o dai governi che la rappresentano.
Questa è la grande partita che si apre all'inizio del secondo millennio e che vede il capitale finanziario, la più feroce e cieca espressione del capitalismo giunto al suo ultimo stadio, sfidare, fino ad ora impunemente, popoli e governi.
Grandi paesi democratici e potenze rette da sistemi dittatoriali, come la Cina, sono stai messi in ginocchio dall'azione del moloch.
La crisi di questi ultimi anni, partita dagli Stati Uniti, evidenzia in maniera drammatica quello che i movimenti No global avevano già previsto con un buon anticipo su partiti e analisti di mercato.
Se andiamo a rileggerci la storia del movimento verifichiamo che la miseria di oggi era stata preconizzata da chi allora aveva gli occhi aperti, più dello stesso governo cinese che ora si trova a fare i conti con una cassaforte piena di dollari che non valgono niente.
Saltiamo, per non perdere il filo del discorso, il modo con cui il movimento è stato violentato dai governi e in particolare dal governo Berlusconi - Fini in occasione del G8. Il forum che avrebbe dovuto illustrare le misure alternative non poté essere tenuto per la repressione di tipo cileno messa in opera dagli scagnozzi agli ordini di De Gennaro, oggi ritenuti meritevoli di promozioni e avanzamenti di carriera malgrado le condanne inflitte loro dalla magistratura genovese.
Saltiamo , per amor di patria, ogni commento sugli imbecilli che pensano, come nel '77, che il problema si risolva incendiando qualche auto o, peggio, sparando qualche pistolettata contro la polizia o, a piacere, contro i dimostranti ( Giorgiana Masi) , trasformando in un inferno di incendi e di devastazioni le manifestazioni pacifiche oceaniche che possono mettere in ginocchio i governi.
La lettera di Pietro quindi ci raggiunge in un momento critico dello scontro tra capitalismo finanziario e governi. In un momento in cui le contraddizioni si spalancano anche nel cuore di quello che fu il tempio del capitale, gli Stati Uniti d'America.
La disperata lotta di un presidente contro le multinazionali della finanza illustra la vastità dello scontro in atto e l'enorme massa di soggetti coinvolti in questa guerra dove le rapine avvengono attraverso il diktat delle banche.
La pattuglia del cosiddetto Tea party è la quinta colonna che mina dall'interno l'azione di Obama.
Da ragazzo , ricordo, che sebbene giovanissimo, rimasi molto colpito dalla lettura di Sallustio, che traducevamo dal latino, in seconda media. Giugurta riusciva a vincere Roma corrompendo con i suoi immensi capitali gran parte dei senatori.
Il mondo non è cambiato, sotto questo punto di vista. Il moloch ha grande opportunità di acquisto di rappresentanti del popolo e di interi governi … tuttavia alla fine, Caio Mario riuscì a sconfiggere il grande corruttore. Era i 105 a.c.
Le grandi conquiste delle banche non avvengono in un clima di acquiescenza e di consensi. I popoli si ribellano: la primavera araba è uno dei portati della risposta dei cittadini all'aggressione capitalistica. E' chiaro ormai, anche nel mondo arabo, che i dittatori e i re non sono altro che pedine di sovranità ben più potenti.
Israele scopre al suo interno amare contraddizioni. Sono di questi giorni le manifestazioni in tutto il paese contro il carovita che rende impossibile l'esistenza ai ceti meno abbienti.
Intere nazioni, come quella greca, subiscono l'umiliazione della confisca dei propri patrimoni.
E' l'inizio di una guerra di lunga durata di cui certamente io non vedrò gli esiti, anche se ritengo di dovere fare la mia parte perché non abdico ai miei diritti democratici e credo che chi verrà avrà diritto di vivere in un mondo diverso da quello che qualcuno tenta di apparecchiarci.
L'entità contro cui i popoli stanno entrando in guerra non è né una persona né un'oligarchia: è anonima e spietata, non ha volto, non ha un piano, non occupa una sede fisica, non persegue una strategia unitaria , ( mi viene da ripensare a "Furore" di Steinbeck , quando il farmer, spodestato della sua fattoria, voleva sapere chi fosse colui che gli aveva sottratto la terra e scopriva, con grande meraviglia, che questa persona non esisteva: era una società anonima, a sua volta incasellata in altre società in un gioco complesso e perverso in cui si disperdevano finalità e responsabilità).
Negli anni settanta si discuteva della "Logica del capitale" come se il capitale fosse una identità pensante. Scoprimmo che allora, come ora, non esisteva nessuna logica. Infatti quello che sta avvenendo in questi anni non ha niente di logico, è un enorme dispendio di risorse in cui alla fine chi sarà sconfitta sarà l'intera umanità e il vincitore nessuno.
Quello che muove però questo processo è l'ingordigia degli uomini che governano le banche e le società per azioni, i fondi e quant'altro abbia inventato il mondo della finanza. Si tratta di una ingordigia individualista e cieca in cui non esiste nessuna solidarietà nei confronti dei compagni di cordata ma una spietata lotta per l'affermazione di se stessi.
Il sistema è quindi stocastico, mosso dal caso, e dalla fortuna, cieco nei confronti degli effetti dirompenti che determina. Una banda di miliardari sozzi che danza sulla tolda del Titanic.
Ci pensano i sottoposti e gli idioti di turno, prezzolati, coinvolti economicamente o meno, a costruire una parvenza di ideologia che giustifichi l'apocalisse: sono i cosiddetti liberisti, quelli che "il privato è meglio del pubblico" coloro che vogliono arraffare con pochi soldi, o anche senza soldi, come è avvenuto nella nuova Russia "democratica" società e palazzi che una volta erano dello stato.
Possiedono stampa prezzolata e intellettuali servili che incensano il capo anche quando è un emerito puttaniere che sta portando il paese al macello.
Ma il movimento si chiama No Global: è un movimento che include moltissimi soggetti e situazioni specifiche , le più complesse, una immensa massa di individui che subiscono, in situazioni diversissime tra loro, le conseguenze di questo gioco al massacro.
Pensare di avere la ricetta in tasca per contrastare questa potentissima offensiva è un po’ ingenuo, così come sperare in una palingenesi derivante da un nuovo partito o da una nuova formazione politica pura e adamantina, che non abbia contraddizioni al suo interno e che abbia già chiara la strategia con cui ci porterà alla vittoria contro i malvagi.
Purtroppo la realtà è meno esaltante e leggermente più complessa.
A parte il fatto che ad una offensiva globale si deve per forza rispondere con una azione internazionale ( già solo questo pensiero è molto scoraggiante) è evidente che la risposta non può essere per ognuno di noi che locale " pensa globalmente e agisci localmente" dice il motto del movimento.
Ma come agire: quali sono gli strumenti per una azione politica incisiva che imprima una svolta all'azione politica delle masse?
Certamente non è più il partito leninista che riteneva di risolvere il problema con la presa del palazzo d'inverno; Lenin teorizzò le premesse che costituirono il nerbo della dittatura di Stalin (distinguere il buono dal cattivo, come facevamo un tempo , non ha più senso, come non hanno senso le formazioni politiche che si rifanno alla bibbia dei primi anni del secolo scorso e innalzano ancora vetuste falci e martello e consunte bandiere rosse.) E' triste per chi, come me, ci ha creduto e ci ha militato, ma "… solo i paracarri non cambiano idea" diceva qualcuno.
Questo non significa buttare nel cestino le lotte e i sacrifici dei comunisti italiani, il loro ruolo fondante nella costruzione di una repubblica democratica e della sua costituzione, le lotte delle grandi masse dei lavoratori da Di Vittorio in poi , le lotte dei braccianti al sud e il sacrificio di 37 sindacalisti uccisi dalla mafia in Sicilia, il luglio del'60 che rintuzzò il tentativo di Tambroni di imporre agli italiani un governo neo fascista. Magari l'avessimo adesso un partito capace di tanto! Con buona pace di Veltroni e dei neo revisionisti, il filo rosso che porta dalla resistenza alle lotte del popolo viola, delle donne, della FIOM, delle scuole, dei pastori sardi, degli immigrati, ecc passa attraverso il contributo che milioni di comunisti italiani hanno dato per realizzare la repubblica , la costituzione, la difesa dei lavoratori della democrazia e della libertà nel nostro paese.
Detto questo, diciamo ai compagni di una volta che è bene che escano dal mito e rientrino nella realtà.
Non è necessario teorizzare nuovi partiti ché di partiti ne abbiamo a sufficienza, né nuove sigle sindacali o di movimento. Chi vuole si accomodi, è chiaro che nessuno potrà impedirglielo, ma è altrettanto chiaro che alla fine del percorso si troverà nello stesso posto in cui siamo noi adesso.
La lotta contro chi ci espropria dei frutti del nostro lavoro, della terra in cui viviamo, della salute, dell'ambiente e della vita ha come punto di partenza la presa di coscienza collettiva, e come strumento la comunicazione di massa.
L'invenzione dei caratteri mobili della stampa da parte di Johann Gutenberg nel 1450 determinò una svolta nella storia del'umanità. Senza la bibbia di Gutenberg non ci sarebbe stata né la riforma né la controriforma. Milioni di contadini e popolani tedeschi si alfabetizzarono creando le premesse per l'attuale superiorità della Germania moderna.
Internet e i social network sono la Gutenberg dei giorni nostri: senza twitter non avremmo la "rivoluzione dei gelsomini", senza i cellulari e gli smartphone non avremmo sentore delle lotte in Siria.
L'informazione libera e soprattutto la nuova comunicazione di massa sono strumenti potentissimi di lotta che ci possono aiutare in questa titanica impresa.
Il resto è nelle mani dell'invenzione del movimento, nella creatività di mille , centomila, milioni di menti che si ribellano alla fine del pianeta.
Per questo ritengo che gli spazi politici per operare ci siano o si conquistano . Il movimento esprime già una sua presenza trasversale all'interno di partiti e sindacati. Operare all'interno di un partito politico può significare incidere sulle scelte dei suoi dirigenti. Operare all'interno di un partito, tenendosi le mani libere e lavorando con gli uomini di buona volontà ( referendum, manifestazioni, lotte ecc) può contribuire a illuminare chi lavora al nostro fianco e ad abbattere chi fa della politica un mestiere per il proprio tornaconto.
E' chiaro che bisogna avere chiare alcune idee generali: L'Europa politica è un obbiettivo irrimandabile da realizzare se non vogliamo più che a dirigere il nostro paese sia la BCE.
Qualcuno ha recentemente pubblicato un documento di cui condivido tutte le premesse e l'analisi ma non tutte le conclusioni.
In questo manifesto si propone il rifiuto di pagare il debito alla BCE. Apparentemente una proposta radicale che taglia la testa al toro, tuttavia non si tiene conto, nel documento, che ciò comporterebbe l'immediata fuoriuscita dell'Italia dall'euro zona, cosa che non dispiace alla Lega e che in passato è stata molto accarezzata dallo stesso Berlusconi. Il risultato sarebbe una lira svalutata e ancor più massacrata dai mercati. Una situazione di tipo argentino in cui a farne le maggiori spese sarebbero i lavoratori a reddito fisso e i pensionati che vedrebbero totalmente azzerati stipendi e pensioni, come appunto è già avvenuto in Argentina.
Oggi, tutto sommato, l'euro è rimasto un baluardo contro l'inflazione e ha salvato in parte i redditi da lavoro dipendente e le pensioni.
Un primo atto di governo dell'Europa potrebbe essere quello di emettere in proprio gli euro bond in modo da sottrarre la gestione del debito alla BCE e alla pressione degli speculatori.
Se quello che vogliamo è più governo e meno finanza, questa potrebbe essere una strada iniziale per una inversione di tendenza.
Daniel Cohn-Bendit leader degli studenti del '68 è un esempio vivente di coerenza, di cultura, di intelligenza e di lotta nella Germania di oggi. Alla sua lunga militanza nel partito dei Verdi tedeschi ( così diverso aimè da quello italiano) ci si può ispirare senza fughe in avanti nel massimalismo e senza la ricerca di pericolose accorciatoie.
E' chiaro che l'informatizzazione e la robotizzazione nelle fabbriche e nei servizi riducono, giorno dopo giorno, il bisogno di manodopera. E' inevitabile che il numero dei disoccupati aumenti.
La manovra economica di questi giorni ha dato l'estro al ministro che bisognerebbe definire "anti welfare" Sacconi, di sbizzarrirsi in una serie di proposte che nulla hanno a che fare con l'abbattimento del debito ma che rappresentano un attacco al cuore ai diritti dei lavoratori; in ciò sostenuto dai due compari Bonanni e Angeletti ( ve li raccomando, come li raccomando a tutti gli iscritti della UIL e della CISL che tollerandoli manifestano una insospettabile dose di masochismo).
Se paragoniamo la FIAT del '68 coi suoi 97.000 addetti a Torino con gli attuali 15.000 scarsi, ci si rende conto dell'inevitabile contrazione dell'occupazione. Se si pensa che prima della guerra in Italia l'85% circa della popolazione era costituita da contadini non si stenta a prefigurare quale sarà il mondo di domani.
Quando ero bambino la maggior parte dell'energia usata era di origine animale. A Caltagirone c'erano più di 10.000 cavalcature che permettevano ai contadini di lavorare la terra, trebbiare, trasportare il raccolto ecc. Oggi sono scomparse , al loro posto ci sono macchine meravigliose che arano, mietono, trebbiano e quant'altro. La forza lavoro non è più umana e animale ma chimica: il petrolio.
E' inevitabile che senza intervenire sul meccanismo, l'intera popolazione si trasformerà in una immensa plebe di nullafacenti ,così come avvenne a Roma quando il Senato finì di espropriare il popolo romano di tutte le sue terre.
Da più parti si dice che è necessario ridistribuire le ricchezze che adesso le macchine e le nuove fonti di energia producono in quantità più che abbondante.
Ma per fare questo, con buona pace di Martino e dei neo liberisti, c'è bisogno di più stato.
Contrarre l'occupazione nei servizi, ridurre l'assistenza ai più deboli, tagliare i trasporti pubblici, ridurre il personale della scuola sono , oltre che ciniche iniziative contro i cittadini lavoratori,azioni economiche controproducenti che abbassano sempre più il tenore di vita delle persone e spingono sempre più in basso il loro potere d'aqcuisto. Direbbero gli economisti: manovre depressive.
Viceversa una spesa pubblica finalizzata alla realizzazione di una società a misura d'uomo è destinata a rilanciare contemporaneamente il mercato e la circolazione del denaro.
Questo lo sapeva bene John Maynard Keynes che adesso non viene più ricordato da nessuno, chissà perché!.
Certo, qualcuno ci chiederà dove prendere i soldi per realizzare una società come quella svedese, tanto per cominciare. La risposta ce la danno gli svedesi: paga chi ha più soldi ( iniziando dai petrolieri).
Il Welfare che dai nostri governanti e da parte dell'opposizione viene considerato la palla al piede della nostra economia è invece il motore delle società future dove l'enorme ricchezza prodotta da macchine sempre più efficienti non potrà essere patrimonio di pochi individui ( basti pensare alla buonuscita di Profumo nel momento in cui è stato messo alla porta della Unicredit: 42 milioni di Euro.
Ancora, la difesa dell'ambiente dall'ingordigia di chi pensa di trivellare il mare dell'Alaska o persiste in pericolosissime trivellazioni nel Golfo del Messico, di chi costruisce centrali nucleari esposte a terremoti e tsunami o anche su solida roccia ,ma non per questo scevre di pericoli immani, di chi ci propina cibi adulterati, tossici, cancerogeni, è il fronte contemporaneo su cui sviluppare la nostra azione; mandiamo Umberto Veronesi in villeggiatura nelle fresche foreste di Cernobil.
La lotta di liberazione planetaria della donna è il terzo fronte e ancora, la lotta alla fame.
L'estensione dei diritti alle minoranze, il sostegno alle rivolte dei popoli contro le dittature.
La terra è ricca e può sfamare tutti i suoi figli.
Senza fughe in avanti, con le idee che diventano sempre più chiare, continuiamo la nostra opera , magari incompresi dai qualunquisti di turno e contestati dai miserabili che si sentono ricchi per quei soldi che hanno sottratto al fisco coi loro imbrogli.
Il problema in questo momento non è tagliare la spesa ma far pagare chi non ha mai pagato.
Difendiamo scuola, sanità e pensioni dalla rapina, facciamo quadrato attorno ai diritti dei lavoratori e abbattiamo la vergogna del lavoro precario. Per fortuna c'è un'enorme movimento in piedi che lotta e non solo per questo. Cacciamo dal governo Berlusconi e la sua banda : è solo un inizio …… il resto verrà poi.
Giovanni Fazio

Nessun commento:
Posta un commento