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lunedì 30 gennaio 2012

JAZZ, CINEMA E DEMOCRAZIA


VuèSentì? VS#279
UNA INCREDIBILE STORIA VERA

Per dire la potenza incredibile dei mezzi di comunicazione di massa. La seconda Guerra Mondiale non era ancora terminata e nell’Italia libera si riaprivano a velocità impressionante i cinematografi e i teatri. I film erano praticamente tutti americani, la mia generazione di quindicenne stava scoprendo il jazz e l’America. Prima di ogni cosa era arrivato il jazz al seguito delle truppe americane, dopo qualche mese cominciammo a vedere come era fatta l’America, ovviamente vista e fatta dagli americani, attraverso le decine e decine di film che avevano invaso praticamente tutto il nostro immaginario collettivo.

Pensate un po’ che razza di pugno allo stomaco, in positivo ovviamente, fu per noi quindicenni che ci stavamo avviando al jazz vedere un film sulla storia di Glenn Miller che stava cercando il suo stile nella musica d’intrattenimento, costruendo meccanismi sonori anche presi dal jazz proprio durante gli anni della guerra. Vi mando un pezzo di un film che ci fece morire letteralmente di libidine nel quale vedrete Glen Miller interpretato da un magnifico James Stewart che, durante una parta militare in cui la sua banda suonava marce militari, ad un certo punto, non potendone più di quella musica fatta per marcare il passo delle truppe, lasciò il palco con tutti gli alti ufficiale del campo, e, correndo verso la banda,  cominciò  a far suonare Saint Louis Blues. I fatto è storicamente accertato.

Vi garantisco che hanno potuto giovare alla conoscenza superficiale ed edulcorata dell’America più quei cinque minuti di film che decine di migliaia di libri e di articoli scritti sull’argomento. Ricordo che noi giovanottelli eravamo impazziti per gli americani. Così come facevamo il tifo per i cow boy contro gli indiani finchè non arrivò il film Soldato blu, film, coraggiosissimo americano che finalmente rendeva giustizia ai pellerossa che fino ad allora credevamo fossero i cattivi. Alla fine dei giochi cominciammo a capire che la vera grandezza degli americani era nella loro letteratura, nella loro cultura cinematografica, nel loro giornalismo,  nei quali non si facevano sconti a nessuno. Una grande lezione di libertà. Pensate un po’: prima indottrinati a favore comunque e sempre degli americani bianchi, subito dopo salvati dall’indottrinamento dagli americani stessi!

La mia generazione stava lentissimamente cercando di capire  dove diavolo stesse la verità. E questo lavoro ci è costato fatica, letture, studi, attenzione ai fatti, letture in seconda battuta, discussioni accesissime fra noialtri. Insomma è stata una delle più belle stagioni della nostra vita. E a tutto questo friccichìo non crediate che si partecipasse solo noi maschietti, avevamo fior di ragazze straordinarie che ci aiutavano a comprendere il mondo. Dopo tutto questo selz mentale che ebbe il suo massimo splendore nel Sessantotto, tutto ciò fu lentamente cloroformizzato, bloccato, diluito, anestetizzato e cancellato quasi del tutto da quei gran figli di puttana di politici nostrani che avevano avuto la forza di resistere al nuovo che avanzava e che erano quindi riusciti con diabolica astuzia a mandare a puttane tutto il nostro movimento di ragazzi e ragazze. Avevano cancellato la nostra storia.

Il risultato è quello che io ho sotto gli occhi adesso. Non so se quelli molto più giovani di me se ne accorgono come me ne sto ahimè accorgendo io. Darei una cifra per tornare a rivedere un risveglio delle coscienze come quello del quale vi ho parlato. franz falanga         
http://www.youtube.com/watch?v=hpQytAWi8HI&feature=related

domenica 29 gennaio 2012

NUOVO RAZZISMO E VECCHIO FASCISMO

 
Caro Franz,
ho letto il tuo accorato appello ai giovani, relativamente al pericolo del ritorno del fascismo in Italia. Mi sembra che questa volta tu abbia sbagliato bersaglio.
                I problemi che abbiamo davanti sono totalmente diversi da quelli che precedettero il secondo conflitto mondiale, anche se, anche allora, lo sfondo economico che stava dietro a quanto avveniva era anche la crisi del '29.
Il fascismo comunque prende il potere in Italia nel 1921 e quindi precede la grande crisi di un bel pezzo.
Come tu dici, alla base del fenomeno ci sta la violenza, il totalitarismo, il nazionalismo esasperato, l'esaltazione della guerra, l'odio per il diverso, anche se a volte era solo "artificialmente" diverso.
Il fascismo inaugurò in gran parte dell'Europa una nuova risposta delle borghesie alla domanda di giustizia delle grandi masse di proletari che uscivano dalla guerra ancora più impoverite.
Anche la Russia Sovietica si adeguò al modello ( leggere a tal uopo "Le memorie di un rivoluzionario" di Victor Serge o il rapporto del XX congresso del PCUS di Nikita Kusciov).
I fascismi furono caratterizzati, dalla Spagna alla sacra Unione Sovietica, da inaudite violenze, montagne di cadaveri, gulag, campi di sterminio, sopraffazione continua di ogni diritto umano.
Il ricordo che ne abbiamo è talmente mefitico che solo sparuti gruppetti di idioti neo nazisti insistono nell'inneggiare a Hitler o Mussolini. Per tutti però si tratta di una orribile pagina della storia che ci sismo lasciati alle spalle.
Nessuno penserebbe oggi in Europa di far guerra alla Germania o al Belgio, di invadere la Gran Bretagna o spartirsi la Polonia con la Russia di Putin. Tanto per dire che il quadro generale e il modo di pensare sono totalmente cambiati dal tempo in cui, da bambino e in tempo di guerra, vedevi tuo padre piangere , nascosto in uno scantinato.

Settanta anni fa il fascismo c'era veramente.
Questo non significa che i germi lasciati allora non fermentino sotto il letame di nuove culture discriminatorie.
La Lega per esempio ha soffiato veleni razzisti sia contro noi meridionali sia contro chi fuggiva da catastrofi planetarie, mettendo a nudo la vergogna  della proposta di un nuovo modello di umanità.
Giustamente diceva l'altro ieri Moni Ovadia, "la giornata del ricordo" può diventare un nuovo alibi per chi cova nuove discriminazioni condannando ufficialmente le vecchie, mantenendo le nuove, per esempio contro Rom Sinti e meridionali e, magari, approvando incondizionatamente tutto ciò che fa Israele, sentendosi con ciò mondo da ogni peccato di razzismo.
Ma nel Mediterraneo, a pochi kilometri da casa mia, continuano a morire donne, bambini e uomini disperati che chiedono solo di potere lavorare in un paese civile che, civile non è.
Ciò non significa che vedremo affacciarsi da Palazzo Venezia Monti in orbace, ma che in un'era in cui i nazionalismi sono il decrepito lascito di un passato che, a volte si ripete orridamente , come nelle recenti guerre balcaniche, nell'era in cui in poche ore percorri il viaggio di una vita di Marco Polo , in cui , grazie a Skype puoi parlare con un amico a Pechino o a Leningrado ( pardon, San Pietroburgo), la partita è quella se l'umanità dovrà essere governata da una banca o se gli uomini e la politica dovranno governare le banche.
Le vecchie idee fanno ancora soffrire e morire ma sono appannaggio i uomini piccoli con la testa rivolta al passato. Il Caudillo non ritornerà mai più col suo cavallo bianco in una Madrid stremata dall'assedio e le sue torme non Irromperanno a Plaza del Sol al grido di "Viva la Muerte". La storia li ha già archiviati nei gironi dell'inferno più nero con  Torquemada e il Sant'Uffizio.
Insieme a Moni Ovadia e ai miliardi di persone, che non fanno parte di quella caccola di umanità che si stringe attorno a Bossi, reclamiamo la terra libera per tutti e la libertà dalla finanza rapace che distrugge ogni forma di vita, dove arriva con le sue fetide carte.

Ti abbraccio

Titta







IL TESTO DI FRANZ


Quasi con certezza è la mia voce. Mi rivolgo come al solito ai miei giovani eventuali lettori. Studiate, studiate, studiate, specialmente la storia. L’argomento sul quale dovrete puntare il microscopio è il fascismo. Io che l’ho vissuto sulla mia pelle, vi dico che sta tornando alla grande, così come vi dico che, come allora, anche adesso nessuno ne parla, nessuno dice nulla, le persone mature e quelle più avanti negli anni sono assurdamente rassegnate, i giovani (quelli che hanno perso il senso della storia) se ne strafottono, per cui, sulla  rassegnazione e sulla strafottenza, sta prosperando alla grande la mentalità fascista.

A questo poi aggiungiamo un razzismo molto sottile e molto strisciante che, chi non conosce la storia difficilmente riesce a percepire, ed oplà il quadro dell’attuale situazione è fatto. Vedo miei coetanei, persone tutto sommato per bene e timorate di Dio, che stanno facendo un minestrone delle loro esperienze storiche, minestrone che è un brodo di coltura perfetto per il primo dittatore che si profilerà all’orizzonte.

Mi rivolgo a quelli che hanno i figli piccoli: state in guardia fate in modo che i vostri figli non vedano e soffrano quello che ha visto e sofferto la mia generazione. Ve ne racconto solo una: un giorno a Valenzano, un piccolo paese vicino Bari dove eravamo sfollati, mio padre mi prese per mano di corsa (eravamo in piena guerra e i nazisti si stavano ritirando in Italia verso il nord)  io avevo dieci anni, e mi portò in uno scantinato sotto casa. Notai con mia infinita meraviglia  che stava piangendo, e contemporaneamente sentii dalla grata che dava sul pavimento della strada, passare un drappello di soldati della Wehrmacht (così si chiamava allora l’esercito tedesco) che andavano rastrellando per il paese gli uomini per inviarli ai lavori forzati in Germania. Io non riuscivo a capire perché mio padre piangesse, Poi a distanza di anni ho capito ed ho odiato quegli uomini che hanno fatto piangere un padre davanti a un figlio. franz falanga  

P.S. Ho usato una frase orrenda che adesso non conosce più nessuno: Il rastrellamento delle persone. Questa frase si è però modernizzata aggiornandosi, adesso c’è il rastrellamento delle coscienze, il che è ancora peggio. 

venerdì 27 gennaio 2012

UNA BALLATA DI FRANZ NEL GIORNO DELLA MEMORIA


VuèSentì? VS#275
Ballata un poco zoppa per un mio amico mediterraneo

L’ho scritta una diecina di anni fa. franz falanga



Ho il piacere di avere un ottimo amico
conosciuto oltre sei anni fa quando arrivai qui in Veneto
è un distinto gentile e raffinato signore
che non è italiano
è marocchino
stamattina l'ho incontrato in paese tutto incazzato e triste
mi ha offerto un calice di vino ed abbiamo parlato un pò
lui è qui in Italia da tempo
tutto in regola
con i suoi documenti
con tutte le carte a posto
è un uomo colto
sensibile
e di piacevole conversazione
mi ha detto che nella azienda dove lavora
quando è andato a prendersi la busta paga
ha notato che gli mancavano quasi ottanta ore di lavoro straordinario
è andato in amministrazione e l'impiegata
educata e un po’ svagata
gli ha detto che si era dimenticata
di registrare le ore di straordinario
ci sono qui nel Veneto delle aziende con la maggioranza di operai forestieri
che vengono trattati in modo vergognoso
le frasi più carine che gli vengono  dette tutti i giorni
ma perchè, Zio can, te ne sei venuto qui da noi?
porco Zio, non potevi restartene, a casa tua?
qui fa freddo, lì avete il sole, Zio cannone
e così tutti i giorni
tutte le settimane
tutti i mesi
tutti gli anni
e questi poveretti non fiatano
quando vado in banca a ritirare la pensione 
i cassieri sono gentili con tutti
solo che quando vedono me mi danno del lei
quando arriva un non italiano extracomunitario gli danno del tu
stamattina ho letto che è stata rimandata in Iran (grazie alla legge bossi fini) 
una famiglia di clandestini che era fuggita di lì perchè condannata a morte dal loro regime
uscendo dal mio bar ho visto una sontuosa macchina targata Treviso
e mi sono chiesto quanto poco gliene poteva fregare di questa povera gente
al proprietario di quella sontuosa macchina
proprietario che ha un'azienda magari con una ventina di operai extracomunitari
i padri di questi proprietari di sontuose macchine
negli anni passati
hanno lavorato come bestie
su questo non ci piove
mettendo in piedi fabbrichette ed aziende che andavano alla grande
solo che esigevano le diciassette diciotto ore al giorno
di dedizione anche dagli operai scavalcando i sindacati
e gli operai zitti e lavoravano come schiavi  per quieto vivere
per cui così molti padroni si sono ingrassati
e gli operai un pò meno
a quei padroni (per lo meno faticatori)
sono subentrati i figli proprietari di sontuose macchine
che però non hanno le palle dei genitori, ma dicono
fasso tutto mi
quindi non studiano
che cazzo importa loro leggere i libri?
quando mio padre lavorava non ne ha avuto bisogno dicono questi stronzi
non sono riusciti ahinoi e ahiloro ad accorgersi che qualche cosa è cambiata
e che la vita ha aumentato il suo grado di complessità
per cui questi novelli principi del cazzo
avrebbero bisogno
di consiglieri
collaboratori culturali,
insomma diciamolo pure
avrebbero bisogno degli intellettuali
anche se non lo sanno
ma no
no
fanno tutto loro
gli intellettuali
dal canto loro
si rifugiano nelle loro torri d'avorio
e non si sporcano più le mani con la vita
in mezzo a questo casino ci sono poi i giovani
ai quali quando tu racconti un pò come va la vita 
ti guardano come un coglione,
come un coglione che poveretto
vuol cambiare il mondo,
e ti dicono ridacchiando
che le cose sono sempre andate così e quindi è inutile pensare di cambiarle
sì perchè per una strana ragione
i figli dei ricchi sono andati a scuola
e i figli dei meno ricchi, poveri illusi,
per poter vivere come i ricchi hanno cominciato a tredici anni a lavorare
da buoni veneti
bastava aver preso il diploma di terza media 
e quindi hanno anche loro le macchine QUASI sontuose come quelle dei ricchi veri.
A questa gens veneta,
che ha avuto comunque gran meriti
quali l'operosità
il timore di Dio (questo un pò meno merito)
un bel giorno è apparsa la lega
che ha cancellato tutte le caratteristiche buone dei veneti 
e ha sentenziato che tutti quelli che sono diversi da loro
bisognerebbe coparli tutti
questa lega che ha ahimè - ahilei il merito storico di aver messo a nudo la parte peggiore
razzista e intollerante di questi veneti contemporanei.
Questo messaggio te l'ho scritto
carissima amica mia
in poco meno di tre minuti
in preda alla rabbia che mi è venuta quando ho ascoltato la tristezza di quel mio amico
di quel magnifico uomo
c he
come unica sua colpa
ha quella di essere nato sulle rive del mediterraneo dalla parte sbagliata