Condividiamo
fino in fondo le considerazioni espresse da Gad Lerner nell'articolo apparso
oggi 13 Febbraio su Repubblica:
" Davvero qualcuno pensa di salvare
l´Europa così, spezzando le reni alla Grecia? Proprio a ciò stiamo assistendo,
con disagio: l´illusione nefasta di restituire unione al Vecchio Continente con
il bastone dell´austerità, calpestando la rivolta di piazza
Syntagma e contrapponendo un Parlamento prigioniero al suo popolo affamato. La
sequenza di provvedimenti dettati dalla Troika al governo di Atene ricorda
l´indifferenza del boia piuttosto che non l´abilità del chirurgo. Questa entità
burocratica, composta dalla Commissione di Bruxelles, dalla Banca centrale di
Francoforte e dal Fondo monetario di Washington si propone di erigere un
firewall, cioè un muro antincendio, come estrema difesa dell´euro. E pazienza
se al di là di quel muro sono i greci a bruciare."
E' chiaro a
tutti che i veri responsabili del fallimento greco sono sempre gli stessi soggetti
che hanno innescato la crisi finanziaria internazionale e che adesso continuano
imperterriti a dettare ricette disastrose alle vittime della loro criminale
politica speculativa.
E' fin
troppo facile capire che i primi a soccombere sotto i colpi del grande
saccheggio internazionale siano stati gli stati più piccoli e più deboli,
specie se inseriti al'interno di un sistema monetario rigido, come quello
dell'euro che non consente loro di attuare politiche monetarie difensive. E'
anche sintomatico che un governo greco di destra abbia tentato di evitare il
redde rationem di una politica disinvolta truccando i conti. Di ciò pagò le
conseguenze il suo successore socialista Papandreu che, innocente rispetto
all'escamotage della destra, non seppe fronteggiare l'Europa mettendola di
fronte alle sue responsabilità. Allora, un'Europa governata, di fatto, dalla
presidente Merkel e dal suo ministro dell'economia Wolfgang Schauble , mise in
atto il suo diktat caratterizzato da una serie di pacchetti di austerità che ,
come si vede chiaramente, non risolvono il problema ma , al contrario hanno
messo drammaticamente in ginocchio il popolo greco. Come mai la cura è stata
così poco efficace?
E' semplice,
perché la stessa non era indirizzata a curare il popolo greco ma le banche
internazionali che dovevano primariamente essere salvate da una insolvenza del
debito ellenico.
Perso di
vista il paziente i medici impazziti hanno infierito sul suo corpo sperando si
salvare le proprie banche e, con esse, l'intero sistema dell'Euro senza capire
che un morto diventa insolvente de facto e che quindi era loro primario
interesse ( egoistico) tenere in vita l'ammalato e restituirgli uno stato di
salute florida.
Nessuno ha
mosso un dito per evitare che gli interessi sui titoli greci raggiungessero
livelli di vero strozzinaggio. E'
strano: lo strozzinaggio è considerato un turpe reato e combattuto all'interno
degli stati europei, ma nessuno trova alcunché da ridire se lo stesso viene
praticato dal cosiddetto mercato cui tutto è lecito.
Afferma
Lerner " La Troika non vede di buon
occhio la scadenza del prossimo mese d´Aprile, quando i greci dovrebbero
eleggere democraticamente un nuovo parlamento e un nuovo governo. Teme che la
volontà popolare contraddica il piano di lacrime e sangue cui ha vincolato la
concessione di ulteriori prestiti. Esige un commissariamento della sovranità
nazionale che non è previsto da alcun trattato, e quindi delinea una nuova forma di colonialismo il cui
dominio si fonda non più sugli eserciti ma sul debito."
Ci auguriamo
che il nuovo parlamento greco che verrà dalle imminenti elezioni sia capace di
esprimere un governo che faccia ciò che Papandreu non fu capace di fare.
Che il
capitalismo finanziario abbia mostrato tutti i suoi limiti e il proprio fallimento
è certificato dai risultati catastrofici che hanno sconquassato l'economia del
pianeta. Non si tratta quindi di teorie ma di piazze che bruciano, come ieri è
avvenuto ad Atene.
Qualcuno già
pensa all'effetto domino di piccoli
stati che seguiranno le sorti della Grecia e qualcun altro si spinge a
ipotizzare che la stessa sorte potrebbe toccare a stati come il nostro e come
la Francia .
Non a caso
critiche severe all'operato di Merkel e dei suoi alleati liberali in Germania
vengono dal presidente del Parlamento Europeo Schulz e dalla socialdemocrazia
tedesca; stesse critiche e un programma di un rafforzamento della Unione Europea
e di forte contrapposizione alle
politiche liberiste vengono dal
candidato socialista alle presidenziali in Francia Hollande.
Non c'è sociologo od economista, compresi
quelli di destra ( e non è strano che anche Tremonti abbia finalmente aperto
gli occhi davanti al disastro del liberismo) che non ritenga urgente
un'accelerazione della costruzione di una Europa che governi i processi e
indichi una via di uscita dalla aggressione dei mercati. Un 'Europa che
ricalchi la coraggiosa politica di Roosvelt quando con il New Deal seppe
mettere un limite invalicabile allo strapotere finanziario delle banche.
Lo stesso
presidente Monti , pur essendo un liberale, si rende conto della necessità di
un governo politico europeo dell'economia.
Fino a
quando i governanti tedeschi non capiranno che ogni membro dell'unione deve
essere difeso strenuamente dalla speculazione internazionale, che ogni membro
dell'unione ha pari dignità e parità di diritti, che la sorte della solida
Germania non è indipendente da quella della dilaniata Grecia, che all'Europa
delle banche deve sostituirsi quella dei cittadini , la catastrofe definitiva
dell'intero sistema economico europeo può essere solo rimandata ma non evitata.
A chi oggi sostiene,
la cantilena dei populisti interssati che destra e sinistra ormai siano la
stessa cosa, rispondiamo che dalla scelta tra l'attuale strategia di destra o
da una diversa politica della sinistra europea dipende, non ideologicamente ma nella concretezza, la salvaguardia dei
nostri beni, della nostra salute, dei nostri diritti e della nostra cultura.
Per questo
motivo l'appello "Aiutiamo il
popolo greco" non è un generoso invito alla solidarietà ma la frontiera
sulla quale dobbiamo impegnarci per una svolta politica che salvi l'Europa
dalla catastrofe e con essa le nostre vite e quelle dei nostri figli.
Manifestiamo nelle piazze di tutta Europa
contro l'aggressione alla Grecia. Uniamoci al movimento degli indignati in una
grande campagna europea per una Europa forte e unita, equa e solidale, non più
matrigna ma vera patria di tutti i suoi figli.
Giovanni
Fazio
massima solidarietà ai nostri fratelli greci.
RispondiElimina